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giovedì 5 marzo 2009

Il Papa invita i giovani cristiani a dare speranza ai loro coetanei

Nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù di quest'anno, che si celebrerà in ambito diocesano la Domenica delle Palme, Benedetto XVI invita i giovani cristiani a dare speranza ai loro coetanei proprio in un momento di crisi della speranza.

"La crisi di speranza colpisce più facilmente le nuove generazioni che, in contesti socio-culturali privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle loro forze", afferma il Papa nel testo, diffuso questo mercoledì dalla Sala Stampa della Santa Sede.

I giovani di oggi sono in molti casi "feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche", osserva.

"Per alcuni – e purtroppo non sono pochi – lo sbocco quasi obbligato è una fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti, verso la dipendenza da droghe e alcool, e verso tante altre forme di disagio giovanile".

Nonostante questo, "anche in chi viene a trovarsi in condizioni penose per aver seguito i consigli di 'cattivi maestri', non si spegne il desiderio di amore vero e di autentica felicità", constata il Vescovo di Roma, segnalando ai giovani la necessità "di una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio".

Nel testo, il Papa ricorda ciò che ha detto ai giovani a Sydney durante la Messa conclusiva della GMG, esortandoli a lasciarsi plasmare da Dio "per essere messaggeri dell'amore divino, capaci di costruire un futuro di speranza per tutta l'umanità".

"La questione della speranza è, in verità, al centro della nostra vita di esseri umani e della nostra missione di cristiani, soprattutto nell'epoca contemporanea", sottolinea.

La speranza che devono trasmettere i giovani, aggiunge, deve essere "salda ed affidabile". "L'esperienza dimostra che le qualità personali e i beni materiali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l'animo umano è in costante ricerca".

In questo senso, sottolinea che "una delle conseguenze principali dell'oblio di Dio è l'evidente smarrimento che segna le nostre società, con risvolti di solitudine e violenza, di insoddisfazione e perdita di fiducia che non raramente sfociano nella disperazione".

San Paolo, modello per i giovani

Approfittando del fatto che questa GMG si svolgerà nel contesto dell'Anno Paolino, il Papa propone nel Messaggio ai giovani San Paolo come modello di "testimone della speranza" nella crisi e nelle difficoltà che ha dovuto affrontare.

Quando ha incontrato Cristo sulla via di Damasco, spiega, "Saulo era un giovane come voi, di circa venti o venticinque anni, seguace della Legge di Mosè e deciso a combattere con ogni mezzo quelli che egli riteneva nemici di Dio".

Per Paolo, "la speranza non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo, il Figlio di Dio", aggiunge il Pontefice. "Come un giorno incontrò il giovane Paolo, Gesù vuole incontrare anche ciascuno di voi, cari giovani".

Questo incontro con Cristo avviene soprattutto "nella preghiera", sottolinea, invitando i giovani a fare spazio alla preghiera non solo personale, ma anche comunitaria: "Ci sono molti modi per familiarizzare con Lui; esistono esperienze, gruppi e movimenti, incontri e itinerari per imparare a pregare e crescere così nell'esperienza della fede. Prendete parte alla liturgia nelle vostre parrocchie e nutritevi abbondantemente della Parola di Dio e dell'attiva partecipazione ai Sacramenti".

Allo stesso modo, Benedetto XVI esorta all'evangelizzazione: "La Chiesa conta su di voi per questa impegnativa missione: non vi scoraggino le difficoltà e le prove che incontrate. Siate pazienti e perseveranti, vincendo la naturale tendenza dei giovani alla fretta, a volere tutto e subito".

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